giovedì 17 gennaio 2008

Mastella: 'Caccia all'uomo, mi dimetto'Prodi lo invita a restare al suo posto...



"Colpito da frange estremiste dei giudici che mi vedono come un nemico da abbattere"La replica del procuratore: "Polemica digustosa, ne risponderà in tribunale"





ROMA - "Mi dimetto, getto la spugna", così con tono commosso e attaccando il giudice che ha arrestato la moglie, definita "un ostaggio", il ministro Mastella (che nel pomeriggio ha appreso di essere lui stesso indagato per concussione) ha concluso il discorso alla Camera dove parlava dopo l'arresto di Sandra Lonardo per tentata concussione. Prima, nel corso dell'intervento, aveva usato espressioni ancora più gravi: "E' la prima volta, confesso, che in vita mia ho paura", aveva detto. Dimissioni che però il presidente del Consiglio Romano Prodi sembra orientato a respingere. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento infatti dice: "Il Parlamento gli ha chiesto di restare, spero che questo convinca il ministro. Questo lo ha chiesto il Parlamento ed è anche il pensiero di Prodi". Infatti il premier, incontrando il guardasigilli, ha respinto le dimissioni. "Ringrazio il presidente Prodi per avermi confermato la fiducia, ma adesso è più importante che stia accanto a mia moglie. Ogni decisione verrà dopo", ha commentato Mastella. La lunga giornata del leader dell'Udeur era iniziata alla Camera alle 10,45 dove era previsto il tradizionale discorso sullo stato della Giustizia. Ma il normale corso degli impegni istituzionali è stato deviato dalla notizia giunta dalla Campania. "Avrei fatto un discorso diverso, avrei parlato di riforma della giustizia - ha detto - notizie annunciate dalla stampa, e perfino da un editoriale. Un discorso certamente diverso da quello che avrei fatto. Vi parlo con il dolore nel cuore di chi sa e di chi è stato colpito negli affetti più profondi". E' provato il Guardasigilli mentre parla di fronte ad una Camera muta e pronta all'applauso nei passaggi in cui il politico Mastella attacca la magistratura, "frange estremiste" dice lui. Le "mie illusioni oggi sono frantumate di fronte a un muro di brutalità. Ho sperato che la frattura tra magistratura e politica potesse essere ricomposta, ma devo prendere atto - dice il guardasigilli - che nonostante abbia lavorato giorno e notte per essere un interlocutore affidabile sono stato percepito da frange estremiste come un avversario da contrastare, se non un nemico da abbattere".
Dunque la frattura fra giustizia e politica Mastella mette all'origine della vicenda. "Ho avuto l'illusione che tutto ciò che ho fatto in questi mesi potesse essere la prova della mia onestà intellettuale e dell'assenza di secondi fini". E invece, subito il "tiro al bersaglio nei miei confronti, quasi una caccia all'uomo, una autentica persecuzione". "Tutta la mia famiglia - ha continuato - è stata intercettata, tutto il mio partito è stato seguito dalla procura di Potenza, un tiro al bersaglio, mia moglie è in ostaggio". "Mi dimetto - ha puntato il dito il leader dell'Udeur - sapendo che un'ingiustizia enorme è la fonte inquinata di un provvedimento perseguito con ostinazione da un procuratore che l'ordinamento giudiziario manda a casa per limiti di mandato e di questo mi addebita la colpa". "Colpa che invece - aggiunge Mastella - non ravvisa nell'esercizio domestico delle sue funzioni per altre vicende che lambiscono suoi stretti parenti e delle quali è bene che il Csm e altri si occupino". Frasi, quest'ultime, alle quali il procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere, Mariano Maffei, ha voluto replicare prontamente, convocando una conferenza stampa nella quale ha annunciato azioni legali contro il ministro della Giustizia, colpevole, a suo dire, di "calunnie ed offese alla mia reputazione". Il magistrato ha definito quindi "disgustosa" la polemica sollevata dal Guardasigilli. Ma nel suo intervento Mastella non ha attaccato solo l'ordine giudiziario, allargando il discorso anche al campo politico. "Mi dimetto - ha detto - riaprendo la questione delle intercettazioni a volte manipolate, a volte estrapolate ad arte assai spesso divulgate senza alcun riguardo per la riservatezza dei cittadini". "Mi dimetto - ha concluso con la voce rotta dall'emozione - per essere più libero politicamente e umanamente, perché tra l'amore per la mia famiglia e il potere scelgo il primo".


(Fonte Repubblica.it)

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