venerdì 16 maggio 2008
STAI ZITTO O TI "AZZITTIAMO" NOI
Pubblico un articolo tratto da "Affari Italiani" in cui si parla ancora del "fattaccio" Travaglio,ora anche i colleghi lo attaccano,quelli che scrivono gomito a gomito col povero Marco,ormai bersaglio dell'Italia intera,in fondo una grave colpa lui ce l'ha...aver detto la verita',aver attaccato quello schifo che e' seduto nei banchi del Parlamento Italiano.Doveva stare zitto!In un governo dove l'informazione e pilotata e politicizzata dal neo-premier gente come Travaglio non deve esistere o lavorare!
Non meravigliamoci se a breve spariranno Travaglio,Santoro,Anno zero e tutto cio' che risulta scomodo al caro "dittatore televisivo Berlusconi"!
È arrivata l'ora del fango e delle vendette, dei colpi bassi e delle ritorsioni. Tutti contro Marco Travaglio. Le critiche e le rivalse sono giunte da destra come da sinistra, persino dai colleghi. Tutti pronti a tagliargli la testa e soprattutto a tappargli la bocca. Da un paio di giorni Giuseppe D'avanzo, su Repubblica, s'è preso l'impegno di massacrarlo. Dalle pagine dello stesso giornale per cui entrambi scrivono e da cui sono entrambi stipendiati. Il collega come prima cosa ha impartito a Travaglio una lezione di giornalismo, etichettandolo come uno che «bluffa», che «avvelena il metabolismo sociale» e «indebolisce le istituzioni», un manipolatore di lettori «inconsapevoli». Va detto che i lettori, gli elettori, gli spettatori - li si chiami come si vuole - sono un po' stufi di essere definiti tonti e facilmente manipolabili. Forse, soprattutto da parte di chi per lavoro scrive per informare, sarebbe ora di avere un po' più di considerazione per l'autonomia di pensiero di chi gli dà da vivere leggendo le loro carte, articoli o libri che siano. Ma soprattutto, forse sarebbe ora di spiegare ai lettori come mai il giornale che stipendia due grandi giornalisti come D'Avanzo e Travaglio si metta a pubblicare certi battibecchi.
Ma il meglio deve ancora venire. Dopo la lezioncina, a cui Travaglio ha risposto per le rime, Giuseppe D'Avanzo ha tirato fuori dal suo cilindro un'accusa pesante come un macigno: Travaglio si sarebbe fatto pagare le vacanze estive in Sicilia da un mafioso. Il bersagliato ha negato e ha detto che, a ben cercare, potrebbe persino ritrovare le ricevute di quella estate, saldate da lui personalmente. E naturalmente è partita la querela, di Travaglio contro D'avanzo. Ma - viene da dire - se Travaglio tutto a un tratto è brutto, cattivo e mafioso, perché ancora lavora nello stesso giornale di chi lo accusa, perché queste notiziole - se vere - non sono emerse prima? Come mai, dopo che certe cose su Schifani e l'intera classe politica italiana Travaglio le ha dette per anni, tutti saltano sulla sedia soltanto adesso? E come mai quel che Travaglio ha detto su Schifani - nonostante la querela - in passato non è stato ritenuto niente altro che veritiero da un giudice dopo che l'ebbe scritto Marco Lillo su l'Espresso? Che cos'hanno da nascondere?
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