mercoledì 6 febbraio 2008

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La Multiservizi Spa è nata nel 2000 ma ha iniziato la sua attività dopo oltre due anni. Per la precisione il primo bilancio pubblico è quello del 2003 che si chiudeva con perdite per oltre 80 mila euro. Nel 2004 le perdite sono salite a 105 mila euro. A queste si aggiungano quelle del 2005 (circa 124 mila euro) e quelle del 2006 (solo 507 mila, poco meno di 1.000.000.000 di vecchie lire, per chi le sa ancora leggere!).
Le motivazioni di una simile situazione sono da ricercare in una pessima gestione societaria e in una struttura destinata solo ed esclusivamente a gestire un “parco posti” da spartirsi in modo clientelare.
Ma andiamo con ordine.
Tralasciamo gli aspetti meramente legislativi che, comunque, riprenderemo dopo per evidenziare gravi violazioni di legge, e soffermiamoci solo sullo sperpero. In questo, per esempio, è emblematico che siano stati acquistati 10 documentatori/FTR (i notissimi strumenti per fotografare chi passa con il semaforo rosso), per una spesa, finanziata con leasing, di oltre 60 mila euro e nessuno di questi sia mai entrato in funzione. La situazione è appesantita dal cospicuo contenzioso della ex, oramai, spa: si pensi che già nel 2006, dalla relazione a firma dell’allora a.d. Montanaro, risultano pendenti 10 procedimenti giudiziari.
Sono stati acquistati, e si evince dalla citata relazione, 2 automezzi per la manutenzione delle strade ma, testualmente, “purtroppo un autocarro non è più efficiente”. In pratica, delle varie mansioni di cui doveva occuparsi la Multiservizi Spa, l’unica capace di fare utile era quella della gestione del parcheggio.
Veniamo allora ad un’analisi più approfondita dei problemi giuridici della vicenda. Per far ciò ci limitiamo a riportare i pareri di due esperti del settore, pareri richiesti dall’Amministrazione comunale. Si tratta del Notaio Carrabba e del dott. Commercialista Di Biase, attuale liquidatore della Spa.
Il primo, nel suo parere, intanto denuncia come i crediti vantati dalla Multiservizi e ascritti in bilancio siano da considerare erroneamente qualificati. In pratica quando si redige un bilancio i crediti ipotetici, quali quelli, per esempio, oggetto di una verifica giudiziaria, non possono essere considerati certi. Invece chi si è occupato di redigere i bilanci ha riportato tali importi tra gli “attivi correnti”, proprio, cioè, tra le entrate certe! Inoltre lo stesso giurista evidenzia irregolarità nella delibera di aumento del capitale sociale tanto da paventare che “(…) di conseguenza deve essere rilevata, (…) una causa di scioglimento della società”.
Se ciò non dovesse bastare passiamo al parere del secondo tecnico protocollato dagli uffici comunale il 26 aprile 2007.
Questo parere, che mettiamo a disposizione di chi volesse “approfondire” la questione, consta di 17 pagine fitte fitte che cerchiamo qui di riassumere in pochi punti.
La prima bomba sganciata da questo parere la si trova a pagina 8 che, dopo averci dichiarato che “(…) il Comune non provvide, né fino ad ora ha provveduto, al versamento della somma di 70.200 euro, sostanzialmente assumendo la nullità per illegittimità o quantomeno dell’inefficacia della deliberazione dell’assemblea straordinaria. (che aveva deliberato l’aumento del capitale sociale, ndr)” dichiara del tutto illegittimo l’atto della Giunta Comunale di ricapitalizzare la società. Cioè: per ripianare i debiti della MS la nostra Giunta Comunale deliberò di sottoscrivere l’aumento di capitale sociale. Solo che, a detta del commercialista (ma un po’ di tutta la giurisprudenza! “Norma chiara e tassativa”) tale delibera poteva essere assunta solo dal Consiglio Comunale. In pratica l’aumento di capitale nasce viziato, così il nostro comune ha versato altri 120 mila euro alla società in assenza di una delibera consiliare imposta dalla legge. Spetterà agli organi competenti vagliare ulteriori aspetti giuridici della questione.
Torniamo alla più gioiosa, per noi cittadini, vicenda dello sperpero di denaro. Secondo i bilanci redatti della società le perdite, dal 2003 al 2006, ammonterebbero a circa 580 mila euro. Il nostro tecnico, invece, più giustamente sottolinea (a pagina 11) che “se per gli esercizi precedenti il 2006, la Multiservizi avesse prudenzialmente svalutato i crediti (…) la sommatoria delle perdite dei quattro anni lieviterebbe a oltre 800 mila euro.” Dite che sono pochi? In pratica, ammesso che i giudici riconoscessero sempre vincente la Multiservizi il debito della società si ridurrebbe a 466 mila euro e, comunque, “in ogni successivo bilancio, a condizioni invariate, la Multiservizi continuerebbe a registrare una perdita ‘strutturale’ oscillante tra i 170 e i 190 mila euro all’anno”. In pratica un pozzo senza fondo.
La società andrebbe sciolta dato che, nel suo oggetto sociale, ha “l’esercizio di una attività economica allo scopo di dividerne gli utili”.
Veniamo ai compensi per gli amministratori, il dottor Di Biase osserva che: “ tali compensi e indennità, 2.300 euro mensili per l’amministratore, 1.750 per il presidente del cda (…), non risultano deliberati dall’assemblea, come invece lo statuto prescrive.”
Ma c’è di più: “di tali compensi si fa menzione in un foglio dattiloscritto, incollato alla pagina 10 del libro delle adunanze dell’assemblea dei soci (…) sta di fatto che l’argomento non risulta all’ordine del giorno, ma semplicemente inserito fra le argomentazioni aventi ad oggetto ‘verifica dell’andamento societario’”. Naturalmente un “elevato compenso” spetta anche al collegio sindacale per via della scelta “atipica, imprenditoriamente inspiegabile” di avere un capitale sociale così elevato.
Infine il tecnico interpellato dal Comune sottolinea come, con tutta probabilità, tutte le azioni giudiziarie proposte dalla Multiservizi contro il Comune di Francavilla Fontana per farsi riconoscere quei crediti di cui tanto si è discusso, saranno respinte. I motivi del dissesto della società sono da ricercare nel numero di persone assunte, decisamente superiore alle reali esigenze della società, e nella pessima gestione sin qui condotta.
Permetteteci, in ultimo, un’amara considerazione: la Multiservizi, oggi srl, ieri spa, è nata con i nostri soldi e con i nostri soldi continua a funzionare (male) eppure le sue più importanti vertenze giudiziarie sono contro il comune di Francavilla Fontana. Come a dire: non importa come andrà a finire, saremo sempre noi a pagare gli avvocati, i tecnici, i periti e comunque tutti i debiti, o dell’uno o dell’altro. È un cane che si morde la coda e la coda siamo noi.

Democratici per la Costituzione

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